Tacita Muta al Teatro Olimpico di Vicenza

. domenica 14 aprile 2013



Un'emozione unica dar corpo, al Teatro Olimpico di Vicenza, a Tacita Muta. La dea del silenzio, biancovestita, ha ripreso vita per dare voce, lei senza lingua, violentata e strappata al mondo della parola, del Logos, a tutte le donne dimenticate, velate, senza volto e senza voto della storia. Straordinaria l'iniziativa dei Classici Contro, voluta con intuizione lungimirante e fiducia nella buona politica, quella dei cittadini e della cultura che tali li rende, da Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani. Straordinaria perché talmente controcorrente da potersi permettere di portare in scena gli antichi, i Classici, con l'attualità prorompente della denuncia. Talmente controcorrente da scegliere di parlare, in tempi così bui, di bellezza, nel senso greco del termine, kalòs kai agathòs, dove etica ed estetica sono così strettamente legate da non esistere l'una senza l'altra. Talmente controcorrente da credere che la cittadinanza si fondi su valori comuni e che il sapere condiviso sia l'unica garanzia della democrazia.
Nel teatro di Palladio, gremito di giovani, Epitteto torna a insegnare che la felicità è desiderare quello che si è e che si ha, e il suo discorso ha la naturale potenza della verità. Lesbia riprende forma e racconta la storia di tutte le storie d'amore, i mille, cento, e ancora mille baci di Catullo, la bella Elena riapre un orizzonte di cambiamento possibile.
E poi c'è lei, muta fra le mute, vittima sacrificale, eppure fonte di risonanza dei silenzi di Angerona e delle Sirene, del fruscio di Dafne, dell'eco di Calipso, di quello che non sempre si può dire, ma si può far capire. Lei, velata, svela un mistero semplice e disarmato a chi chiude la bocca in ascolto: in un mondo di falsi movimenti, il vero viaggio è restare, appartenere è l'unica libertà possibile. La bellezza del silenzio è l'attesa che mette radici. Rimanere al proprio posto, amare quello per cui si è nati. Come dirà Jung, secoli e secoli dopo, "bisogna vivere delle cose di cui si potrebbe morire".
Per questo i classici non sono una lingua morta né inerte, sono vita che irrompe nel contemporaneo guardandolo con l'occhio puro del mito e la forza rigeneratrice e rifondatrice della bellezza. Questo rende tanto rivoluzionaria la scelta dei Classici Contro.

Vedi il video dello spettacolo

Vicenza è una delle "città del silenzio" dannunziane. 
Tacita Muta è andata in scena al Teatro Olimpico, per Accademia del silenzio.  

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