Un ricordo di Boris Biancheri, ambasciatore e scrittore, appena scomparso. Il suo ultimo libro è Elogio del silenzio, pubblicato da Feltrinelli. Ma diceva in un'intervista di tre anni fa: "Leggo, parlo e scrivo di tutto. Scrivo tutto ciò che mi appassiona e mi interessa. Seguo il mio istinto. A quale dei miei libri mi sento più vicino? Senza alcun dubbio, a quello che sto ancora scrivendo". Quello che anche il silenzio può continuare a scrivere...
elogio del silenzio
Etichette: boris biancheri, diplomatico, libri, scrittori italiani, silenziolo stupore della scoperta
Etichette: ascoltare / sentire, silenziouna citazione:
Il silenzio è una cosa che si ascolta.
Lo scopro per la prima volta."
Haruki Murakami
la poesia del silenzio
Etichette: letteratura, libri, maria do rosario pedreira, poesia, scrittori portoghesi, silenzio, voceUna segnalazione che arriva dall'amica silenziosa, Lisa Corva e dal suo sito poetico.
L'autrice è Maria do Rosário Pedreira, una poetessa portoghese
L’ALTRA VOCE
Lei non domandò questo silenzio. Ma anche nulla fece
per difendersi da esso o dominarlo. Quando entrò,
la casa tacque improvvisamente, le sue cose
avevano cambiato di posto, sparito, e non importava
che fosse stata lei stessa a nasconderle, il giorno prima,
nel baule delle lane che solo avrebbe riaperto in inverno.
Lei non volle conoscere questo silenzio. Seppe solo
che non sarebbe tornata a udire la sua voce
nello specchio della sua stanza – l’altra voce.
Si sedette per terra e aprì un piccolo libro dalla copertina blu.
In quella fine del giorno, solo proprio i libri potevano dire
qualcosa di più del silenzio – quell’altra voce.
OUTRA VOZ – Ela não pediu esse silêncio. Mas também nada fez / para defender-se dele ou dominá-lo. Quando entrou, / a casa tinha-se calado de repente, as coisas dele / tinham mudado de lugar, desaparecido, e não importava / que tivesse sido ela própria a escondê-las, de véspera, / na arca das lãs que só voltaria a abrir no inverno. // Ela não quis conhecer esse silêncio. Soube apenas / que não voltaria a ouvir a voz dele / no espelho do seu quarto – a outra voz. // Sentou-se no chão e abriu um pequeno livro de capa azul. / Naquele fim de tarde, só mesmo os livros podiam dizer / algo mais do que o silêncio – essa outra voz.
Il mantello del silenzio
Etichette: duke university, rumore, scienza, silenzio, tecnologiaProbabilmente tutti da piccoli hanno sognato il mantello dell'invisibilità e la scienza, ci dicono, sia ormai in grado di creare qualcosa che vi si avvicina molto. Non so però chi ha avuto la fantasia di immaginare il mantello del silenzio. Forse quando eravamo piccoli non ne sentivamo la necessità, io personalmente a volte vorrei poter "spegnere il rumore", ma mai avevo elaborato l'idea, il pensiero, il sogno di un "mantello" che permettesse di farlo. Evidentemente la scienza supera la fantasia! E' riportata ieri da Repubblica la notizia che questo mantello è realtà. Messo a punto da un gruppo di scenziati della Duke University il tessuto, come spesso accade per le nuove invenzioni, è ancora in fase di sperimentazione ma il lavoro prosegue anche in altri laboratori.
Le mie orecchie aspettano impazienti un cappellino-scudo che mi liberi dal rumore che ormai difficilmente ci lascia un attimo di tregua!
A scuola di silenzio
Etichette: accademia del silenzio, comunicazione, corsi, psicologia, scrittori italiani, scuola, silenzioQuest'estate, a fine agosto, una proposta alternativa per concludere le vacanze... in silenzio.
Scuola estiva dell’Accademia del Silenzio
25-27 agosto, Anghiari
IL PROGRAMMA
25 agosto: h 15.00 inizio laboratori, h 19.00 conversazioni
26 agosto: h 9.00 laboratori, h 19.00 conversazioni
27 agosto: h 9 laboratori, h 12.30 conversazioni
C'è tempo per iscriversi fino al 15 luglio!
I LABORATORI
Il silenzio è nelle parole
a cura di A. Andreotti e M.G. Comunale
C’è un silenzio tacito e ha un peso, ha un tempo, ha una semantica; ma poi c’è anche un altro silenzio, che è leggero, è uno spazio, è una sintassi. Il primo è all’insegna del verbo “avere”, il secondo sotto l’egida del verbo “essere”. Uno esprime significati, l’altro li mette in musica facendo sì che questi stessi significati non siano soltanto capiti, ma soprattutto “sentiti”. Noi dunque ci occuperemo del secondo tipo di silenzio, e lasceremo che sia la parola poetica a rivelarlo attraverso la voce che le dà corpo.
Con esercizi che prevedono letture di poesie alternativamente con la mente e con la voce, potrà accadere che il silenzio si faccia sentire, e paradossalmente con maggior forza proprio attorno a quella voce intenta a rendere la parola poetica. Ciascun partecipante proporrà qualche suggerimento poetico, e si munirà di carta e penna per esercitazioni di scrittura.
Una luminosa quiete
a cura di Giampiero Comolli
Le tradizioni religiose hanno elaborato nei secoli diverse forme di meditazione per entrare in un contatto sempre più stretto, intenso e consapevole con Dio o con l’Assoluto. Ma nonostante la loro diversità, tutte queste svariate forme di meditazione poggiano su alcuni fondamenti comuni: la ricerca del silenzio, l’immobilità della postura corporea, l’acquietamento delle tensioni interiori. Se si riconoscono tali fondamenti comuni, e se ne fa esperienza, diventa possibile apprendere e praticare una meditazione di base, laica, aperta a credenti e non credenti, capace comunque, pur nella sua semplicità, di generare nuove forme di coscienza: qualcosa come una “luminosa quiete”, una lucida serenità, non antitetica, bensì contigua e complementare alle forme di consapevolezza rese possibili dalla scrittura poetica e autobiografica.
Camminare in Val Sovara nelle ascesi della scrittura
a cura di Duccio Demetrio
Alla scrittura il silenzio è necessario, al camminare lento si addice la parola attenuata. Per il pensiero sono vitali l’uno e l’altra. Il seminario creerà le condizioni più adatte a vivere l’esperienza del silenzio in una sequela dedita alla meditazione interiore e alla contemplazione dei paesaggi. Si scriverà sulle “cartulae”, taccuini ante litteram, che San Francesco amava portare con sé. La sua religiosità ci accompagnerà in momenti di ascolto del silenzio e della sua parole in una valle i cui sentieri portano alla Verna.
Il piacere inter-detto. Il film come sguardo raccontato in silenzio
a cura di Emanuela Mancino
Il silenzio è il preludio della visione, come il buio che avvolge lo sguardo in sala, al cinema. Il cinema gioca davanti e dentro ai nostri occhi come una magia, è un prestigiatore del nostro immaginario, della nostra memoria e dei nostri sogni. Il silenzio è anche la misura della nostra presenza di fronte allo schermo. Non sempre, però, riusciamo a far parlare quel silenzio: lo sguardo copre le immagini; l’abitudine e la sovrabbondanza di stimoli visivi, acustici, mediatici operano un vero e proprio inquinamento di segni, una saturazione di stimoli che distolgono la visione dal suo rapporto con quel che apparentemente tace, sullo schermo, perchè invisibile. Il percorso laboratoriale condurrà i partecipanti ad attraversare con attenzione il proprio sguardo alle immagini.
Il silenzio diverrà dunque lo spazio aurorale del guardare e del comunicare.
I film e gli spezzoni cinematografici che saranno i luoghi in cui esercitare il silenzio dello sguardo diventeranno allora territori in cui muoversi educandosi al mistero, decostruendo quel che si vede e i modi in cui lo si vede e non decifrando enigmi o impadronendosi di significati: il silenzio ci insegnerà l’attesa e la sosta della visione.
Parlare col silenzio, dialogare senza parole.
a cura di Nicoletta Polla-Mattiot
“Ascoltare con gli occhi”, e non solo con le orecchie, è una qualità dell’amore, la capacità di mettersi in relazione con l’altro e con il suo stato d’animo, oltre che con le sue parole. Gli antichi oratori erano perfettamente consapevoli che, accanto alla comunicazione verbale, c’è un codice parallelo di messaggi che trasmettiamo attraverso il nostro corpo, la postura, la gestualità, le pause, i non-detti, il ritmo e i tempi scelti per parlare. In silenzio e col silenzio si può trasmettere affettività e seduzione, forza e carisma, concentrazione, suspence. Si può incutere rispetto, chiedere e creare attenzione, mostrare tatto, favorire la creatività e la complicità… Esiste una lingua del silenzio e un uso efficace del discorso pausato, che valorizza le parole, che dà forza e credibilità al nostro modo di esprimerci. “Tutte le arti, anche il silenzio, hanno una grammatica. Ma prima bisogna sintonizzarsi sull’anima: con il corpo, con il cuore, con lo sguardo”. Lo sperimenteremo attraverso letture, ascolti ed esercizi pratici. Il seminario è suddiviso in quattro moduli, ciascuno con una parte teorica e una parte pratica (con lavoro di gruppo) di tecniche per comunicare tacendo.
Le silenziose parole del sogno
a cura di G. Quaglino
Il sogno parla in silenzio. Ma, forse, noi nel sogno parliamo in silenzio a noi stessi. Resta il fatto che le parole del sogno non sono facili da udire. Se non prestiamo attenzione, se non dedichiamo ascolto, oltre che silenziose, esse risulteranno mute. Eppure, il sogno è il nostro più prezioso alleato, il confessore più fidato, il miglior conoscitore dei nostri segreti, il narratore più instancabile del nostro cammino. Prepariamoci, dunque, a far parlare i silenzi del sogno come una lingua che possediamo, come una lingua che ci appartiene, ma di cui, forse, non riusciamo sempre a cogliere la voce, a comprenderne le parole.
LE CONVERSAZIONI
25 agosto
Raffaele Milani, Paesaggi e Silenzi
Valentina D’Urso La comunicazione non verbale e l’espressione delle emozioni
Marco Ermentini, Imparare a vedere il silenzio con gli occhi. I luoghi timidi e silenti
26 agosto
Cosimo Laneve, Il silenzio nella scuola
27 Agosto
Stefano Raimondi, La detonazione del silenzio
Emanuele Ferrari, Emozione, immaginazione, silenzio nell’ascolto musicale