la performance più radicale

. venerdì 12 febbraio 2010


"Il mio silenzio è d'oro"



A parlare è Marina Abramovic, l'artista serba inaugura una nuova sfida al MoMa: The artist is present. 7 ore al giorno seduta a guardare negli occhi il visitatore. «Ognuno può fermarsi di fronte a me quanto vuole: tre minuti o tre ore. In silenzio», spiega. «Sarà questa la performance più radicale della mia vita».
Difficile crederle a ricordare che l'Abramovic è l'artista che a Venezia è stata tre giorni a pulire e grattare una montagna di ossa di animali sporchi di sangue e brandelli di carne. Sempre lei, in Art must be beautiful, si spazzola e pettina i capelli con entrambe le mani finché -dice "I have destroyed my hair and face". E ci sono sue performance con pitoni sulla pelle nuda, lamette, tagli, fuoco, lesioni e violazioni del suo corpo...
Eppure Abramovic spiega che reggere l'impresa del silenzio sarà più difficile di tutte le altre. Per questo si è imposta una preparazione «rigorosissima: non parlerò per tre mesi, tornerò a casa senza comunicare, senza usare il telefono».
Per saperne di più: MoMa
Da leggere: l'intervista di Maria Laura Giovagnini sul Corriere

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Due mani non bastano (www.duemaninonbastano.it)
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