Dallo spettacolo "Trilogia del lontano" di Antonio Zanoletti, al Teatro di Verdura, dedicato a Kavafis e al sentimento del luogo:
"Kavafis avverte che la poesia più esaltante è ricordo, relitto di suoni chissà quando uditi - forse in altre vite - che rigalleggiano dagli oceani della memoria e ci educa ad ascoltare il silenzio.
Il lavoro di Kavafis è come un mareggiare salino che pulisce e lima. C'è una poetica dell'inespresso, del negato, del lontano, che sfocia in affermazioni più totali, decifrazioni addolorate della solitudine e dell'esistere.
Così io credo che sia assai più eletta la vita che non ci è dato vivere.
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