per i piu' piccoli

. venerdì 30 marzo 2012
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Storie in Missione Speciale

altre volte qui sul blog abbiamo segnalato il problema dell'impoverimento delle lingue, ecco qui una bella iniziativa per i piu' piccoli.
Un concorso per bambini di età compresa tra i 6 e i 14 anni.

Per partecipare i bambini dovranno scegliere una parola e utilizzarla all’interno di un racconto di 150 parole circa. Il racconto potrà essere in prosa, in rima o in stile giornalistico.
I bambini potranno partecipare da soli o con la loro classe.

tutte le informazioni qui e queste di seguito sono alcune delle parole indicate da cui è possibile cominciare!

le piante e l'inquinamento acustico

. mercoledì 28 marzo 2012
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Riceviamo da Piero questa segnalazione, che volentieri pubblichiamo
Si spiega come il rumore e l'inquinamento acustico possano rallentare lo sviluppo delle piante e alterarlo rispetto a quelle che crescono circondate dal silenzio o in un ambiente sonoro più naturale

Wednesday, 21 March 2012
The noise of cars, machines and other forms of human activity could be affecting growth of wild flowers and trees, as well as animals nearby.

Man-made noise may be harmful to some plants because of the long-term impact it has on animals that pollinate flowers and disperse seeds, scientists found in tests near the noisy gas wells of New Mexico, which have compressors running 24 hours a day.
The study, published in Proceedings of the Royal Society B, investigated the noise preferences of different animals that feed on the seeds of the pinon pine tree. It found that certain species, such as western scrub jays, tended to avoid noise, while other seed-eaters, such as mice, appeared to prefer foraging in noisy areas.
Clinton Francis, lead researcher at the National Evolutionary Synthesis Centre in North Carolina, said this difference in noise tolerance would affect the likely germination of pinon seeds because the natural instinct of jays is to hide many of the seeds they collect by burying them.
This means some inevitably survive to germinate in the next season, which is less likely in mice-infested noisy areas. "Fewer seedlings in noisy areas might eventually mean fewer mature trees, but because pinon pines are so slow-growing the shift could have gone undetected for years," Dr Francis said.
Steve Connor
http://www.independent.co.uk/news/science/manmade-noise-harms-plant-growth-7579490.html

che faccia ha il silenzio?

. giovedì 22 marzo 2012
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E' possibile fissare il silenzio in un'immagine? Concentrarlo in un volto, un paesaggio, un istante?
Come e che cosa esprime quel senso di sospensione, attesa o pausa, vuoto?
Si può concentrare la sua densità in un clic?
E' la sfida che Accademia del silenzio lancia agli appassionati di fotografia, con un concorso in collaborazione con photographers.it.

Ecco la presentazione del bando
ABITARE IL SILENZIO
Viviamo nella società del rumore, della connessione permanente, del sovraffollamento di informazioni, immagini, sollecitazioni. In questo continuum acustico e visivo, è difficile trovare spazi di silenzio, inteso non come isolamento o fuga dal reale, ma come stacco, pausa, attimo ritagliato e colto per pensare, fantasticare, contemplare o semplicemente rallentare. Silenzio come cuneo, silenzio come occasione che si pone tra, in mezzo,come una sospensione della corsa frenetica, delle attività consuete, del flusso ininterrotto della vita, per osservare le cose da un nuovo punto di vista, per rivederle, risentirle. Oppure per entrare in una nuova relazione con il paesaggio che ci circonda o con i luoghi abituali, le case, i palazzi, le architetture. O con gli altri, i cui volti ci scorrono davanti agli occhi senza interrogarli, senza incontrarli.

Qual è l'immagine del silenzio? Si può contrapporre al tempo della fretta un tempo sospeso e carico d'attesa, che valorizzi e necessiti di uno sguardo lento, nella realizzazione come nella fruizione dell'opera. Immagini non urlate, anche in opposizione alla tendenza ormai prevalente di linguaggi forti, di imposizioni visive, di ricerca a tutti i costi dell'impatto, del colpo di scena, dell'inquadratura a effetto. Immagini che ci invitino a guardare oltre le superfici, a ritrovare pensieri dimenticati e tracce di ricordi . Si può ricercare un linguaggio che abbassi il tono della voce, che colga i sussurri, le ombre, il non immediatamente udibile, il non immediatamente visibile.

Silenzio come cambio di sguardo e di distanza per rinnovare il punto di vista abituale e trovarne un altro dove il mondo si mostri in modo diverso. Cerchiamo ritratti d'impermanenza, immagini di vuoti che sono pieni, still life di quel “mentre”, sospensione silenziosa e fugace, in cui accade il mutamento.

Come traccia o suggestione ecco i nomi di alcuni autori in cui il muro del rumore è incrinato dal silenzio, da un vedere pensoso che invita a sostare davanti alle loro opere: Antonio Biasiucci, Mimmo Jodice, Silvio Wolf, Roni Horn, Désirée Dolron; Elina Brotherus; Hellen Van Meene; Rineke Dijkstra; Richard Misrach; Jitká Hanzlová; Sarah Jones; Hiroshi Sugimoto….

Per saperne di più, iscriversi e partecipare, cliccate qui

la carica degli introversi

. mercoledì 21 marzo 2012
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L'idea è presto detta ed è ben riassunta nel titolo: la rivincita degli introversi nel mondo sommerso dalle parole
E' quanto sostiene un articolo di Cristina Taglietti, pubblicato sul Corriere della sera (il 15/3). Ed è in linea con le tesi di Duccio Demetrio e della sua Vita schiva. Il sentimento e le virtù della timidezza (Raffaello Cortina). Uomini e donne di poche parole, unitevi!
Ecco l'articolo:
Introversi, il mondo ha bisogno di voi. Anche se voi cercate la solitudine, se ogni volta che uscite vi sentite prosciugati, se non amate i lavori di gruppo o il multitasking. Sappiate che non sempre il mondo premia gli estroversi. È stato timido Albert Einstein, lo è stata Rosa Parks che rifiutandosi di cedere il posto a un bianco in autobus ha innescato una rivoluzione. Lo è anche Steven Spielberg. E lo è Susan Cain, laureata ad Harvard, ex avvocato di grandi aziende americane, autrice di un libro intitolato «Quiet: the power of introverts in a world that can' t stop talking» (il potere degli introversi in un mondo che non può smettere di parlare) con cui, a dispetto della conclamata timidezza, ha conquistato le copertine dei grandi giornali americani e inglesi, dal Time al Guardian . La tesi è molto semplice: l' introversione (tratto della personalità individuato da Carl Jung in opposizione all' estroversione ed esposto nel 1921 in Tipi psicologici ) non è un handicap, non è un difetto, non è un problema anche se, per esempio, ci sono, online, una Clinica della timidezza o una Lega Italiana per la tutela dei diritti degli introversi (Lidi, fondata da Luigi Anepeta che al tema ha dedicato un libro pubblicato da Franco Angeli). Il mondo, insomma, non è (solo) nelle mani di chi ha la battuta sempre pronta, di chi ama circondarsi di persone e, magari, essere al centro della scena, anche se diversi studi hanno dimostrato che l' estroverso è in genere considerato più sveglio, più piacente, più interessante, più desiderabile, vincente in quasi tutti i campi lavorativi. Tranne che in letteratura dove, anche senza essere d' accordo con l' affermazione tranchant di Emile Cioran secondo cui «la timidezza, fonte inesauribile di disgrazie nella vita pratica, è la causa diretta, anzi unica, di ogni ricchezza interiore», il ripiegamento su sé stessi ha dato vita a capolavori indiscussi, basti pensare ad autori come Leopardi, Svevo, Pavese, Cechov, Orwell, Proust, Salinger.
Insomma, ci si può sentire forti e potenti anche se si è introversi, ma la letteratura difficilmente ne trarrebbe giovamento.

la poesia antidoto alla parola-rumore

. venerdì 9 marzo 2012
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Linguaggi perduti e linguaggi da salvare, bla bla vuoti e silenzi risonanti di echi e di ascolto sinestesico.
E' quanto suggerisce Gianluigi Beccaria, in una delle sue "Parole in corso" che, in realtà, si occupa di parole "fuori corso".

Le parole non servono solo a comunicare la realtà ma la creano. Tutto ciò che esiste è nel linguaggio, ciò che non è più nominato smette di vivere. Le idee, gli oggetti, i luoghi sono modi di essere della parola, sedimentati dal tempo. In questo senso ogni lingua è un’eredità, ogni lingua che scompare è un pezzo di umanità che si dilegua, così come ogni saggio che scompare è come un biblioteca che va a fuoco. Così per la poesia. Ogni poeta che scompare è un pezzo necessario di mondo che se ne va per sempre. Il mondo non è più lo stesso ora che non c’è più Andrea Zanzotto. Ora che manca, è venuto meno il poeta che avrebbe potuto continuare a consentirci di scoprire ciò che senza i suoi libri noi non saremo più in grado di vedere in noi stessi. Se ne sono andate le parole che avrebbe ancora potuto dirci.

Eppure, c’è chi è del tutto indifferente alla poesia. Ricordo la provocazione dello scrittore polacco Witold Gombrowicz, Contro i poeti (1947): «Il mondo della poesia è un mondo fittizio e falso», la poesia - continua - non mi piace «per la stessa ragione per cui non mi piace lo zucchero puro. Lo zuccherò è gradevole se preso insieme al caffè, ma nessuno si mangerebbe un piatto di zucchero: sarebbe eccessivo. È l’eccesso ciò che stanca della poesia, eccesso di parole poetiche, eccesso di metafore, eccesso di nobiltà, eccesso di depurazione e di condensazione». Sembrerebbe vero: i tessuti timbrici e ritmici, le forzature metaforiche sono in poesia eccessivi; si enfatizzano certi aspetti che invece il linguaggio comune tende a ridurre al minimo, e il linguaggio scientifico ad annullare. La lingua della poesia sembra (in superficie) un qualcosa di abnorme, di non reale, «è una favella che ha i piè ferrati nel metro e nelle rime, tutta fuori del parlare della natura» diceva nel secolo dei lumi il carmelitano Teobaldo Ceva.

La poesia è un «fantasma» sonoro e ritmico, e una contraddizione in termini (concordanze irragionevoli degli opposti, sinestesie che confondono sensi diversi, invenzioni di voci inesistenti). Devia dal linguaggio normale, nel quale conta poco la materia che lo compone. In poesia l’indifferenza alla «materia» viene invece a cessare. La parola non è più qualcosa di neutro, di senza colore, ma ha un peso, una levigatezza, una scabrosità. Nel «consumo spaventoso e terrificante di parole e di immagini che si fa oggi», nel contesto di un bla bla universale, in questa «colluvie di chiacchiere inutili», in questa escrescenza e «escrementi di celluloide e tapes vari», come scriveva Zanzotto, dove la parola è volutamente esposta come puro rumore, la poesia col suo suono incantatorio e col suo buio aiuta, come la notte, a lavare la mente e portare una luce.

(fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 29 ottobre)

Cosa dice il silenzio

. lunedì 5 marzo 2012
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La casa editrice Mimesis ha in programma nella prossima primavera, l’uscita di una tripletta di volumi dedicati alla poesia e al silenzio. Comprenderà i testi di Duccio Demetrio, Nel Silenzio, La scrittura dimora e divenire, di Nicoletta Polla-Mattiot, Pause. Sette oasi di sosta sull’orizzonte del silenzio , dello storico Franco Loi, che pubblicherà il volume Il silenzio, del quale, in questo brano, scritto appositamente per Domenica del sole 24 ore, vengono anticipati i contenuti. Il libro è un lungo ragionamento (in prosa) sul significato del silenzio per il poeta.

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Due mani non bastano (www.duemaninonbastano.it)
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