È una caratteristica delle donne quella di predisporsi all’ascolto: ascolto delle persone, delle necessità, dei rumori e dei suoni della natura, dei ricordi e delle suggestioni della propria terra (magari lontana). Le donne sono naturalmente predisposte all’ascolto dell’altra o dell’altro, in silenzio.
Il simbolico materno è fatto di silenzi, l’amore per la madre non necessita di parole superflue. Temi quali la genealogia femminile, la differenza di genere, sono spesso quasi innati, più che pensati coscientemente.
Le donne dimostrano così come anche il fenomeno della migrazione al femminile necessiti di una lettura diversa da quella tradizionale, diversa da quella dell’analisi storica accademica classica, che metta in luce quelle “strategie di libertà” di cui scrive Cristina Borderias.Superato il paradigma dell’emancipazione, infatti, la presa di coscienza femminista impone il valore fondativo della differenza e introduce nuove categorie analitiche nello studio dei rapporti sociali e di lavoro. Così vengono innescate le “strategie di libertà” che conducono al cambiamento. Insieme ad esse la speranza e quella forza irrinunciabile del desiderio di cui scrive Luisa Muraro.
Le donne sono predisposte alla maternità, ad accogliere l'altro da sé, ad averne cura e a far sì che sviluppi la propria autonomia. Così come hanno - quale modalità propria di stare al mondo - la relazione prima della norma, la responsabilità prima della convenienza, la cura dei rapporti prima della giustizia astratta, come ci hanno dimostrato tante filosofe e pensatrici, quali Carol Gilligan. Tutto ciò imprime alle donne un atteggiamento diverso nella gestione dell'impensato, del nuovo, di ciò che è straniero. E quando due donne si incontrano, ciò che appare in quel primo impatto è la comune appartenenza allo stesso sesso, prima della nazionalità, della lingua o del ceto sociale. In silenzio.
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Nelle prossime settimane saranno pubblicati, perché legati al tema del silenzio, brani tratti dalle raccolte “Lingua Madre Duemilasei, Duemilasette, Duemilaotto e Duemilanove – Racconti di donne straniere in Italia” (ed. Seb 27), che raccolgono i racconti selezionati dal Concorso letterario nazionale Lingua Madre, ideato da Daniela Finocchi e progetto permanente della Regione Piemonte che lo promuove insieme al Salone Internazionale del Libro di Torino. Il Concorso Lingua Madre è il primo dedicato alle donne straniere che scrivono in italiano, una sezione è dedicata anche alle donne italiane che vogliano “raccontare” le donne straniere (donne che hanno incontrato, conosciuto, amato e che hanno saputo ascoltare, in silenzio).
Il bando della V edizione chiuderà il 31 dicembre 2009. Per tutte le informazioni www.concorsolinguamadre.it
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