Anche quest'anno un morto e 500 feriti. Perchè la gioia per l'anno che viene pare debba necessariamente esprimersi violentemente nel rumore.
Condivido con voi alcune parole "silenziose" di Crosetti, scritte nel 2004 ma purtroppo ancora attuali.
"Ci sono momenti in cui il silenzio è una necessità più che un dovere. Momenti in cui non si può chiudere il mondo dietro la porta di casa, lui là fuori, noi qui dentro a festeggiare. Perché questo non è un Capodanno come gli altri. Il mondo, fuori, ci è entrato in casa senza bussare: è così che fa, quando la gente muore. Il mondo sfonda la porta, ci mette davanti agli occhi le tremende fotografie dei giornali, le strazianti immagini della televisione. Non è possibile restare indifferenti a quel mondo che bussa e muore, magari con una bottiglia di spumante in mano e un petardo nell'altra.
Non si tratta di retorica, né di astratta carità mentale. La necessità del silenzio, come momento di riflessione sulla nostra storia e sul nostro destino di uomini - che in un attimo può trasformarsi nel destino di tutti e viceversa (il destino è capriccioso e non si cura dell'indifferenza) - riguarda chiunque abbia occhi e cuore."
Maurizio Crosetti, La Repubblica, 29 dicembre 2004
http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/esteri/nobottt/nobottt/nobottt.html
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