Guardare in faccia il silenzio fa piangere?
Così sembrerebbe a vedere i ritratti di chi ha partecipato - spettatore/attore - alla performance di Marina Abramovic al Moma. Lei seduta a un tavolo, guarda ed è guardata. Ti siedi lì, di fronte, zitta zitto, e il niente il vuoto la pausa senza parole disegna sul volto il suo linguaggio muto.
Come quel pittore che riempiva tele bianche, dipingendo il mare con il mare (ah, il baricco della prima ora...), l'assenza ritrova il tempo che scorre nelle lacrime. Queste facce sono il ritratto nascosto in soffitta di tanti quotidiani parlatori, il Dorian Gray che tace al posto nostro, che l'arte fa dirompere per pochi minuti, sfondando il reale, in primo piano
Per guardare tutta la galleria, l'imperdibile blog Marina Made Me Cry.
la faccia del silenzio
Etichette: arte, piangere, silenzio, zittiSilent Rave
il delitto perfetto
Etichette: ascoltare / sentire, parole, silenzio, vistaDoppio furto: cito Marco Belpoliti ("Senza vergogna", Guanda) che cita Jean Baudrillard... ma ne vale la pena!
Quest'ultimo ci mette in guardia parlando del "delitto perfetto" perpetrato dal trionfo della televisione.
Se tutto è esposto alla vista, significa che non c'è più nulla da vedere.
La realtà stessa sembra scomparire nella totale trasparenza.
E se questo valesse anche per le parole?
Se le usi tutte, troppe, bla bla, bla bla, non c'è più nulla da ascoltare
attenti alla voce
Etichette: silenzio, voce, volumeVi sembra una contraddizione segnalare, in un blog del silenzio, la giornata mondiale della voce? A me no.
Oggi infatti ci si prende cura delle corde vocali (e voi sapete vero che "chi non può parlare non può neanche tacere"? Seneca docet. Il vero silenzio comunicativo è quello scelto, non quello imposto o subito). Dunque ben venga la giusta attenzione per proteggere la facoltà (e l'organo) di parola che ha bisogno di pause e vibrazioni, di mille toni e inflessioni diverse, alto e basso, acuto e grave. Nel decalogo della voce sana, per questo 16 aprile, due o tre regole val la pena di riportare:
1. Ricorda che le corde vocali sono pliche di tessuti molli che vibrano al passaggio dell’aria proveniente dai polmoni, quindi non parlare troppo in fretta, fai le pause necessarie per riprendere fiato in modo da sostenere la voce con il respiro.
5. Non alzare la voce, usa altri modi alternativi per richiamare l’attenzione.
6. Non cercare di superare con la voce il rumore ambientale: abbassa il volume della radio o della televisione se vuoi conversare ed evita di parlare a lungo in ambienti rumorosi.
9. Evita di parlare durante l’esercizio fisico, non avresti abbastanza fiato per sostenere la voce senza sforzo.
Come sempre, ci sono situazioni in cui è giusto parlare e altre in cui è meglio tacere... se avete a cuore la voce
il suono del silenzio
Etichette: arte, silence, silenzio, zelada
Si è appena conclusa la mostra di Emiliano Zelada a Roma: "Silent Collapse"
La ricerca (e le sperimentazioni) dell'artista sul silenzio sono molto interessanti.
"Nella vita, come nell'arte, è difficile dire qualche cosa che sia altrettanto efficace del silenzio."
Ludwig Wittgenstein
«Nella vita dell’individuo esistono sostanzialmente due tipi di silenzio: il silenzio passivo, inteso come assenza di attività, ed un silenzio attivo, inteso come comportamento cognitivo consapevolmente orientato alla comprensione ed acquisizione di informazioni. Lo stesso dualismo si riscontra tra il silenzio dell’arte e il silenzio nell’arte. Nel primo caso, l’artista, rinunciando al suo ruolo di demiurgo, piomba in un silenzio che riflette solo la propria crisi di identità, perdendo la relazione con il contesto; nel secondo, accettando la propria responsabilità, si inserisce in un entourage più articolato per modificarlo, criticarlo, distruggerlo o ricostruirlo, delineando attraverso il silenzio un punto di inflessione nel proprio essere. La responsabilità assunta dall’artista/compositore Emiliano Zelada (Roma, 1979. Vive e lavora a Barcellona) si manifesta attraverso Silent Collapse. La sua prima mostra personale a Roma viene sviluppata attraverso tre ambientazioni, lontane dalla nostra abituale percezione, che costituiscono tuttavia parte ineludibile della quotidianità. Portando all’attenzione frequenze inudibili e suoni impercettibili alla sensibilità umana, i lavori si caratterizzano da una lunga e minuziosa ricerca sul suono nel silenzio, eseguita attraverso il rumore e la saturazione.
Nella prima sala l’epidermide del silenzio diventa tangibile attraverso la struttura di una costruzione, elemento portante del soggetto e architettura di uno strumento. La sopraffazione della collettività sull’individuo è respinta grazie ad una graduale saturazione acustica esasperante e violenta di Substantive Derivative. Un “collasso silenzioso” provocato dalla dilatazione e contrazione dello spazio acustico altera l’equilibrio, inducendo il visitatore a esporsi ad altri luoghi. Nella seconda sala i vuoti dei semitoni costituiscono un nuovo linguaggio compositivo che verrà interpretato da Giulia Cozzi e José Alberto Gomes durante l’inaugurazione. Infine la terza sala, è completamente oscurata dall’installazione “The Un-Heard Story of a Whale Society”, dove ogni coordinata di riferimento è continuamente spostata o abolita. La condizione di smarrimento, provocata dalle interferenze dei sonar americani sui cetacei nell’oceano, sarà rivolta proprio verso coloro che li hanno generati, immergendo il visitatore in uno stato analogo di insicurezza, confusione e perdita. In questo modo, il suono sarà l’elemento centrale intorno al quale riflettere sulla fragilità degli equilibri nella contemporaneità e sulla possibilità di attuazione degli spazi che ci circondano. Così, Emiliano Zelada modifica la galleria Ingresso Pericoloso in una camera anecoica alterata e, consapevole dell'impossibilità di raggiungere il silenzio assoluto, ci invita a provare ad ascoltarlo».
Emiliano Zelada è un artista/compositore con base a Barcellona dove esercita come Professore di “Sound Art per lo Spazio Pubblico” nei Masters della Elisava-Università Pompeu Fabra. Utilizza il suono e altre materie per generare scomode riflessioni. Porta avanti una ricerca che parte dalla pittura utilizzata come spartito per arrivare a quelle che saranno sculture e installazioni.
una festa del silenzio...
Etichette: giornata, parole, silence, silenzio...di cui parlare!
Il 16 aprile è la giornata del silenzio
Questa la motivazione:
The National Day of Silence brings attention to anti-LGBT name-calling, bullying and harassment in schools. Each year the event has grown, and now hundreds of thousands of students participate to encourage schools and classmates to address the problem of anti-LGBT behavior. Founded in 1996, the Day of Silence has become the largest single student-led action towards creating safer schools for all, regardless of sexual orientation, gender identity or gender expression. Find out more about the Day of Silence: www.dayofsilence.org.